Viaggio nel borgo di Pentedattilo: cosa vedere
La Calabria è una casa in cui ti devi fermare.
Non potrai leggere nei miei scritti una Calabria vista di fretta, di sfuggita. Non potrò raccontarti un turismo mordi e fuggi, perché non saprei trovare neanche le parole.
Se vieni in viaggio in Calabria, qui ti devi sedere, devi essere curioso. Perché se non sei curioso, non troverai nulla. Se hai tempo da dedicarmi, ti accompagno in questo viaggio nel borgo di Pentedattilo, in una dimensione rurale, di una Calabria Segreta ancora per molti e ti racconto cosa vedere.
Arrivare qui è un po’ ridimensionarsi di fronte alla grandezza della natura.
Pentedattilo si trova nella punta meridionale della Calabria, a 25 km da Reggio Calabria. Ad avvolgere questo borgo, ricadente nel comune di Melito Porto Salvo, è il Monte Calvario: un’imponente montagna rocciosa a forma di cinque dita. Il nome di Pentedattilo (dal greco di pente – cinque – e dactilo – dito) e tutta la sua storia sono legati a questa montagna. Tra fascino e mistero.
È stato proprio a causa di questa montagna, infatti, che dagli anni ‘60 è iniziato lo spopolamento del borgo. A causa di questa montagna Pentedattilo è diventato un paese fantasma, ma è stato grazie ad essa che l’interesse verso questo luogo è cresciuto in modo esponenziale nel tempo, restituendogli bellezza, fascino e unicità. La morfologia di Pentedattilo, le case perfettamente incastonate tra le rocce, la montagna che è rimasta lì a custodire la memoria del borgo e le leggende che vi ruotano attorno hanno fatto il resto.
La strage degli Alberti – Viaggio nel borgo di Pentedattilo
A echeggiare lungo le vie di Pentedattilo sono miti e leggende, la più famosa è quella che riguarda la strage della famiglia Alberti avvenuta la notte della vigilia di pasqua del lontano 1686.
Al centro delle vicende ci sono due famiglie: quella degli Abenavoli, baroni di Montenbello Ionico e quella degli Alberti, Marchesi di Pentedattilo. La rivalità tra le due famiglie per questioni di confini, sembra cessare quando la Marchesa Antonietta Alberti viene promessa dal padre Domenico al barone Bernardino Abenavoli. In seguito alla morte del marchese Alberti, il suo successore – il figlio Lorenzo – non rispetta le volontà del padre e promette la sorella al cognato Don Petrillo Corte, figlio del Vicerè di Napoli. Non appena Bernardino viene a conoscenza del fidanzamento tra i due, impazzisce di rabbia e gelosia e decide di organizzare una vera e propria spedizione punitiva, uccidendo la notte di Pasqua tutti i familiari della marchesa Antonietta. Gli unici ad essere risparmiati sono i due futuri sposi. Don Petrillo viene preso in ostaggio e la marchesa rapita dal conte Abenavoli. Il Vicerè di Napoli, saputo della strage, manda una spedizione militare in Calabria per liberare il figlio e catturare gli esecutori della strage, le cui teste vengono tagliate e appese ai merli del castello di Pentedattilo. Il barone di Montebello fugge, invece, con Antonietta, lasciandola però in un convento a Reggio Calabria, prima di scappare per Malta. Bernardino muore in battaglia nell’agosto del 1692, mentre Antonietta trascorre il resto della sua esistenza nel convento di clausura, logorata dal senso di colpa per quanto accaduto.
Pentedattilo – cosa vedere
C’è chi arriva qui, fa una passeggiata veloce, scatta due foto, compra una calamita e poi se ne va. Non c’è altro, dicono. Invece, io dico che ti devi sedere.
Devi fermarti a parlare con Giorgio Ielo, custode della prima bottega artigiana che troverai quando arrivi al borgo di Pentedattilo e conoscere tutti i gatti che stanno attorno la sua bottega: i pentegatti.
All’interno della bottega ci sono dipinti raffiguranti Pentedattilo su supporti di pietra, vetro, ceramica, legno, ma anche gusci di cozze, realizzati dalla moglie Domy Pizzi. E mentre ti perdi in questo mondo colorato, Giorgio sarà lì a raccontarti storie e leggende.
Entra nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo e se è chiusa, siediti al belvedere a vedere la linea che separa il cielo dal mare.
Lì sicuramente incontrerai Claude Ghio, che ogni mattina suona le campane della chiesa. La sua storia ha origini calabresi, ma si sviluppa in Francia. Il ritorno in Calabria è nato per un bisogno di ritrovare le proprie origini.
A Pentedattilo ci sono diverse botteghe artigiane. Purtroppo non sono sempre aperte.
C’è la bottega di Emilia Malaspina, con all’interno oggettistica e un museo delle tradizioni popolari. Una stanza piccola che apre le porte ad un mondo antico, con gli abiti da sposa dei genitori di Emilia, la tavola ricoperta da una candida tovaglia di fiandra e apparecchiata con pentolame e stoviglie di un tempo. “Un angolo familiare” che sa di casa.
E ancora, la bottega del legno dove Donato Stelitano lavora ed intaglia il legno come si faceva una volta. Donato, figlio di Girolamo, viene da Roghudi, un altro borgo fantasma.
Nella bottega artigiana del legno, vengono realizzati cucchiai di uso quotidiano, mestoli, taglieri, collari per le capre, bastoni e musulupare.
La Musulupara è uno stampo di legno, che riproduce figure antropomorfe e che viene utilizzato per pressare un formaggio primo sale tipico dell’area grecanica, chiamato musulupa. La particolarità di questo formaggio è che si fa solo la Domenica delle Palme e viene regalato dall’uomo alla donna come segno di abbondanza e felicità. In questa bottega ci sono anche saponi artigianali, realizzati da Giusy Siviglia.
C’è poi l’Artigianato Danisia di Daniela Lorenzi. Ho letto la storia di Daniela recentemente, in un’intervista su un periodico locale e mi aveva colpito il fatto che di lei si parlasse come un’entità astratta. Sono andata a Pentedattilo anche per conoscerla. Ed ho scoperto un mondo fatto di macramè e ginestra. Daniela è un’artigiana, il padre di Bolzano, la madre calabrese. Di recente si è trasferita a Pentedattilo.
Un’altra storia di ritorno alla natura, di occhi che si illuminano guardando il paesaggio fuori dalla finestra, di chi si sente privilegiato per poter svegliarsi qui ogni mattina.
All’interno del suo laboratorio tessile, Daniela Lorenzi realizza accessori e complementi d’arredo unici, in macramè, lana, ginestra e utilizzando la tecnica Mapuche, tessitura latino americana.
Sali fino ai ruderi del castello, di ritorno fermati nella panchina dei baci e perditi nell’immensità davanti a te.
Devi, infine lasciarti guidare e scoprire cosa c’è intorno. Gli altri borghi dell’Area Grecanica, ad esempio. Tra i più suggestivi Gallicianò, Roghudi Vecchio, Palizzi e Bova e poi seguire gli itinerari, come quello dell’Amendolea, il Sentiero dell’inglese, le escursioni . Ché i borghi non vanno visitati, vanno vissuti. Devi conoscere i nomi delle persone, ma anche i cognomi.
Tu, solo fermati.
Pentedattilo per bambini
La domanda che mi viene posta più spesso è se il borgo di Pentedattilo è un posto per bambini. Ed io rispondo sempre allo stesso modo: dipende.
È un luogo per bambini se i genitori hanno spirito di adattamento, se i bambini sono abituati a stare fuori. Sicuramente è uno di quei luoghi dove ogni bambino può davvero scoprire la natura e la dimensione rurale.
Pentedattilo – dove mangiare
A Pentedattilo non ci sono ristoranti, trattorie o cose simili, ma è comunque possibile provare la cucina contadina. Però se pensi di arrivare qui e sederti a tavola senza prenotare, hai sbagliato luogo. In ogni caso possono capitarti delle fortune immense, com’è successo a me tutte le volte che ho avuto l’occasione fortuita di sedermi ad una tavola imbandita, ora sotto un cielo stellato, ora di fronte un tramonto appassionato e in ultimo su una terrazza affacciata nel blu. Devi però essere curioso, dicevamo. Se non sei curioso, non saprai mai che nel tavolo accanto al tuo c’è uno che viene dal Cilento, uno da Firenze, uno da Catania. Tutti affascinati da questo borgo, loro.
Devi lasciarti guidare dalla musica, chiedere permesso e entrare dove ci sono le porte aperte. Ti devi fermare, lasciarti baciare. Dal vento, dalla poesia, dal vino.
Ma dove mangiare a Pentedattilo, ti starai chiedendo?
Per mangiare a Pentedattilo puoi avere due possibilità: telefonare alla signora Rossella o recarti sul posto, augurandoti di avere la fortuna che ho avuto io. Quel giorno ero lì di passaggio, volevo solo fare una passeggiata, complice una bellissima giornata di sole di febbraio. Il profumo di cipolla, mischiata a patate, risate e rumore di stoviglie mi hanno richiamato a scendere le scale. Mia figlia a dire il vero mi ha preceduto, come sempre. Ed è lei che ha trovato la porta aperta di casa Rossella, varcando l’uscio nel modo più naturale possibile. Non avevamo prenotato e naturalmente non c’era posto, ma “dove mangiano 8, mangiano 10. Se vi accontentate vi apparecchio un tavolino lì“. Quello che successe nelle due ore successive, per noi è stato semplicemente un privilegio. Pranzare all’aperto, gustare prodotti genuini, verdure che sanno di verdure, la pasta che faceva mia nonna, il mare a fare da cornice perfetta. Non potevamo desiderare altro.
La storia di Rossella è una di quelle storie raccontate nei documentari e un po’ da tutti quelli che sono passati di qui e hanno voluto conoscere com’è vivere in un paese abbandonato. Perché quando negli anni ’80 Rossella ha deciso di lasciare Viterbo e trasferirsi in Calabria, in questo borgo sperduto e disabitato, dove non c’erano botteghe artigiane e ancora non si faceva ospitalità diffusa, poteva sembrare davvero da pazzi. Per lei no, per Rossella tutto è avvenuto in modo naturale. E da allora non l’ha più lasciato, restituendo al borgo di Pentedattilo la vita. Lo ha fatto lei, lo hanno fatto i volontari dell’Associazione Pro Pentedattilo, lo ha fatto chi ha aperto le botteghe artigiane, chi ha iniziato a fare ospitalità diffusa come quella della Case Rurali Pentadittlo e chi poi, come Rossella, ha deciso di venire a vivere qui.
Grazie a loro che hanno scommesso su questo borgo, che hanno investito denaro, energie, ma soprattutto tempo. Grazie a chi si è dedicato, ha messo in campo idee, progetti, grazie a tutto questo, Pentedattilo è tornato a vivere. La strada è ancora lunga, ma è stato fatto molto.
Pentedattilo – dove dormire
Nel borgo di Pentedattilo viene praticata l’ospitalità diffusa. Non ci sono alberghi, però si può dormire scegliendo di affittare una casa, o soltanto una stanza.
A praticare ospitalità diffusa nel borgo ci sono Francesco Praticò con le Case Rurali e Casa Rossella che mette a disposizione due appartamenti.
Dormire qui vuol dire riappropiarsi del tempo e dello spazio, addormentarsi e svegliarsi ascoltando solo i suoni della natura.
Come arrivare a Pentedattilo
Il modo migliore per raggiungere Pentedattilo, è la macchina, percorrendo la strada statale 106 in direzione Melito Porto Salvo. Per entrare al Borgo devi lasciare la macchina fuori dal borgo e percorrere un tratto di strada piedi.
Ci sono viaggiatori che raggiungono Pentedattilo a piedi, sulle orme di Edward Lear che nel 1847 percorse i borghi della Calabria camminando (il suo racconto si trova nel libro ”Diario di un viaggio a piedi”). Per arrivare nel borgo di Pentedattilo a piedi, si può arrivare in treno fino a Melito Porto Salvo e poi percorrere la strada che conduce al borgo, per circa 12 km.
Info utili e indirizzi per visitare Pendetattilo
Escursioni e trekking a Pentedattilo
- Naturaliter. Cel 347 3046799. Tra le guide Giuseppe Battaglia (Guida AIGAE e Guida Ufficiale del Parco Nazionale dell’Aspromonte)
- Passi Narranti. Noemi Evoli e Andrea Ciulla (Guide Ufficiali del Parco dell’Aspromonte) cel 3888610184. Ogni settimana Noemi e Andrea organizzano percorsi a piedi alla scoperta dei sentieri nel cuore delll’Aspromonte.
- Calabria Etnica. Per itinerari personalizzati contatta Francesco Praticò +39.329.36.49.711 info@calabriaetnica.com
- Il giardino di Morgana. Per percorsi di trekking urbano e archeologico puoi contattare Domenico Guarna (Guida Ambientale Aigae) cel 348 9308724.
Mangiare a Pentedattilo
- Casa Rossella (ospitalità diffusa) – Borgo di Pentedattilo. Rosella Aquilanti cel 340 746 3173. A Casa Rossella viene offerta una cucina contadina. Piatti poveri e cibo a km0.
- Agriturismo I Mille Sapori – Via Provinciale, 42 89063 – Pentidattilo Melito di Porto Salvo (RC) tel. 0965787429 | 3687472599. Per onestà devo dire di esserci stata solo una volta molti anni fa. Lo consiglio a chi cerca la comodità e cerca un posto adatto anche ai bambini.
Nei dintorni:
- Azienda Agrituristica “Il Bergamotto” . Loc. Amendolea snc, 89030 Condofuri RC – tel 0965727213 | cell 3476012338.
- Agriturismo del Pozzo. Contrada Linni, 18 – 89035 Bova Marina (RC) cel 347 4229800 – 338 2593125
Eventi a Pentedattilo
Festival internazionale dei cortometraggi. Dopo un paio di anni di assenza, il Pentedattilo Film Festival torna dal 18 al 22 agosto 2022. Un cinema all’aperto in uno scenario indescrivibile.
Paleariza
Uno dei più importanti eventi nazionali di musica etnica. Premiato nel 2011 dal Ministero del Turismo con il marchio “Patrimonio d’Italia”, oggi è un marchio d’area, un progetto di turismo responsabile e un percorso di lettura della Calabria Greca.
Giornalista, esperta di marketing territoriale e digital strategist. Sembrano tante qualifiche, ma sono tutte racchiuse in una professione. In parole povere mi occupo di valorizzare aziende e territori. Lo faccio principalmente mettendo assieme strategia e parole. Hai bisogno di aiuto? LAVORA CON ME