Il Salento che non ti aspetti: Botrugno e dintorni (II parte)
Minervino di Lecce – aziende virtuose
Il mio viaggio in Salento è stato inaspettato perché l’ho sempre pensato come un luogo vista mare, costellato da spiagge maldiviane, scogliere affacciate su una distesa di mare turchese e con infinite giornate di sole. Invece, è successo che la pioggia non mi ha abbandonato per tutti e cinque giorni di viaggio, l’umidità ha sfiorato il 90% e il mare l’ho visto solo di sfuggita. Per questo motivo è stato un Salento che non ti aspetti, che ti arriva al cuore con i suoi sapori forti, il profumo intenso di tutti i prodotti che regala ogni giorno la terra e le persone virtuose che ho incontrato.
Ché io l’ho sempre sostenuto che al Sud ci vuole più coraggio a tornare o restare e fare impresa, piuttosto che andare via. I guai sono molto spesso di chi resta, di chi deve lottare ogni giorno per lasciare alle generazioni future un mondo migliore.
Nella prima parte di questo post, vi ho raccontato di Botrugno e San Cassiano.
La terza tappa del mio educational tour nel Salento che non ti aspetti è un itinerario tra i prodotti tipici locali, genuini e akm0, a Minervino di Lecce.
Minervino di Lecce – Vizzino
Un viaggio che inizia dalle conserve, quelle prodotte dall’azienda Vizzino. Non so voi, ma io quando penso ai pomodori, ricordo subito le estati trascorse ad aspettare “di fare i pomodori”. Si dice così in Calabria. Fare i pomodori voleva dire preparare la conserva per l’inverno, in casa o in campagna. E poiché il lavoro era tanto e proseguiva per giorni, era coinvolta tutta la famiglia. La parte più noiosa era il lavaggio, quella più divertente quando i pomodori cotti venivano passati nel passaverdura.
E quando assaggio i prodotti dell’azienda Vizzino, penso ai pomodori che facevamo in casa.
Attiva da circa cinquant’anni, Vizzino è portatrice sana di quei valori tradizionali di qualità e genuinità di un tempo. Ma da Vizzino non proviamo soltanto i pomodori. Ci sono i carciofi (grigliati, interi, passati), i lampascioni, simili alle cipolle ma dal sapore amarognolo, le olive, tantissime varietà di pesto, la caponata salentina (con zucchina e peperoni secchi, pomodorino giallo, scalogno, passata di Pomodoro e olio EVO). Il plus di Vizzino è dare valore al territorio, grazie ad una rete di contadini che coltivano i prodotti sul territorio e lo forniscono all’azienda per la lavorazione. Per questo Vizzino non distribuisce nella GDO, ma solo nei circuiti di nicchia e nei ristoranti di qualità.
Minervino di Lecce – Dolce Latte
Il nostro viaggio prosegue da Dolce Latte. E qui comincia il mio primo strappo alla regola. Sono in astinenza da latticini da circa due settimane. Amo i latticini, il mio stomaco un po’ meno, ma di fronte a sua maestà burrata non posso fare altro che cedere. Ed è un momento bellissimo: tra mozzarelle, ricotte, caciotte e diverse varietà di pecorino.
Maria taglia con dolcezza e pazienza tante fette di questi formaggi gustosissimi; e in prima fila ci sono io che a parole le dico che non posso mangiarne più, ma di fatto ho già aperto la bocca per gustare un altro boccone di quelle delizie. Un’altra azienda attiva sul territorio da oltre cinquant’anni, che fa le cose per bene. Ché lo so che questo è un claim preso da un’altra di azienda, però non trovo altro modo per descriverla.
La storia di Dolce Latte inizia negli anni ’60 quado Vincenzo, per gli amici ‘Nzinu, lascia il paese per “trovare la passione della sua vita”. Quando rientra a Cocumola, frazione di Minervino, lo fa da casaro e da allora non ha più smesso, grazie anche al supporto delle figlie Maria e Annalisa.
Minervino di Lecce – Menhir Salento
È mezzogiorno ed ho già fatto circa due colazioni e due aperitivi. Sono pronta per il terzo aperitivo e il pranzo degustazione da Menhir Salento.
Di questa terza azienda virtuosa ve ne ho già parlato qui.
A raccontarcela è Gianfranco Di Giuseppe: “i vigneti della cantina Menhir sono dislocati dalla Valle d’Itria in giù, nel centro sud del Salento. Merito di quest’azienda è quello di aver riportato la vigna a Minervino di Lecce, dove mancava da circa cinquant’anni.”
Una giornata, quella trascorsa da Menhir Salento, in cui ho conosciuto una grande famiglia “che accoglie tre realtà differenti”, con la stessa filosofia e la stessa vision: Menhir Cantine & Vini, Origano Osteria & Store, Anna Organic Farm.
Poggiardo – case aperte e tradizioni culinarie
Il mio viaggio a km0 continua con il laboratorio della pasta fatta in casa. Non puoi dire di essere stata in Salento se non hai assaggiato le orecchiette con le cime di rapa. Il quarto giorno di permanenza è dedicato alla scoperta di ricette tipiche realizzate con prodotti locali, dalle mani di nonne, mamme, zie, amiche e amici che in questo educational tour sono racchiuse nelle sapienti mani di Rosanna.
Con la pazienza di una mamma, l’amorevolezza di una nonna, la dolcezza di una zia e la complicità di un’amica, Rosanna ci introduce nell’autentico mondo della pasta fatta in casa, nel rispetto dell’antica tradizione salentina. Dalle orecchiette ai maccheroni, concludiamo il nostro viaggio culinario in un primo piatto capace di salvare i matrimoni: le sagne. Sono ricette povere, fatte principalmente di acqua, farina e i prodotti della terra.
San Cassiano – Tenuta Tresca
Quando pensi al Salento, non puoi non associarlo all’oro verde per eccellenza: l’olio. Quello della Tenuta Tresca, è prodotto dal 1820. Un olio non filtrato, ma che viene lasciato decantare per non perdere il suo aroma più delicato e mantenere intatte le proprietà nutrizionali. Il risultato è un olio extravergine d’oliva biologico, dal gusto floreale e con sentori di pomodori, carciofi e mandorla. Prodotto in quantità limitata, l’olio di Tenuta Tresca nasce da “un selezionato blend di olive delle varietà Leccino, Frantoio, Cima di melfi, Nociara e altre minori”.
Botrugno – le api del Parco Paduli
Concludo il mio viaggio in Salento in dolcezza. L’ultima azienda virtuosa che ho incontrato durante l’educational tour in Salento si trova nel cuore del Parco Paduli, a Botrugno. Qui affonda le sue radici l’Azienda Agricola Sciglio. Adriano e la sua passione per il territorio ci conducono nel delicato e frangibile mondo delle api. Una passione coltivata sin dagli anni ’40 dal nonno Umberto, che produceva miele per uso familiare.
Oggi, l’azienda Sciglio produce, estrae e confezione due diversi tipi di millefiori: uno primaverile (ITO), prodotto da marzo a maggio, e uno estivo (ERT) che si produce da giugno ad agosto. I nomi di questi due mieli sono un omaggio ai suoi nonni: ITO è ispirato al nonno Vito, mite e introverso, ERT si ispira al nonno UMBERTO, esuberante e sognatore. Assaggio entrambi i tipi di miele ancor prima di conoscerne la loro storia. A conquistarmi è il miele Millefiori Ert: dal colore ambrato e dal gusto intenso.
Torno a casa con una valigia carica di prodotti da assaggiare, di tradizioni e antichi saperi da tramandare. Arrivederci inaspettato Salento, ci rivedremo a maggio quando tornerà il sole, verranno aperte le cantine e potrò fotografare il giallo oro dei campi.
Giornalista, esperta di marketing territoriale e digital strategist. Sembrano tante qualifiche, ma sono tutte racchiuse in una professione. In parole povere mi occupo di valorizzare aziende e territori. Lo faccio principalmente mettendo assieme strategia e parole. Hai bisogno di aiuto? LAVORA CON ME