Il Sud di Antonio Aricò alla Milano Design Week
C’è chi lascia la propria terra, impacchetta la vita precedente in una valigia e non la riapre più, finendo per dimenticarsi da dove viene e chi va via lasciando a casa il cuore e portando con sé ricordi, tradizioni, affetti e il fardello delle proprie radici. Già, perché a volte, le radici possono diventare un peso, qualcosa che si è incapaci di gestire.
È difficile riuscire a trovare quell’equilibrio tra l’andare e il restare. Noi, gente del sud, facciamo ogni giorno i conti con questo dualismo. Perché i calabresi si dividono in due categorie: quelli che sono rimasti e quelli che se ne sono andati.
Chi è rimasto cova sentimenti di rabbia verso chi se n’è andato, come se in ballo ci fosse una sorta di tradimento; chi se n’è andato guarda con sufficienza chi è rimasto. L’equilibrio sta nel mezzo: nell’andare via senza dimenticare da dove si viene e nel restare senza smettere di volare.
Un equilibrio che è riuscito a trovare Antonio Aricò, designer reggino che, dopo gli studi in diversi settori del design in Italia e all’estero, ha aperto nel 2011 il suo studio. Le sue opere* sono state presenti alla Triennale di Milano, al Museo di Holon di Tel Aviv, all’NGV di Melbourne, nella sede dell’Ambasciatore Italiano a Copenaghen e presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma. Ha viaggiato tanto Antonio ed ha fatto strada, portando la Calabria sempre con sé.
Tra le collaborazioni, spiccano quelle con grandi marchi italiani come, Barilla, Seletti, Alessi, Bitossi, Texturae, nonché Bialetti per cui ha anche seguito la direzione artistica nel 2017.
Antonio ha sempre attinto dalla Calabria nella realizzazione dei suoi progetti. L’artigianato, le tradizioni locali, i luoghi, ma anche i valori antichi, sono stati – per il designer reggino – fonte di continua ispirazione e mai elementi da cui prendere le distanze.
Ho conosciuto Antonio qualche anno fa, durante un’edizione della Design Week, di persona intendo, dal momento che la sua fama lo precede da un pezzo. Di lui mi ha colpito la sua umiltà e la gratitudine verso una terra che gli ha dato ali per volare e radici per tornare. L’anno scorso ho avuto modo di visitare la sua installazione “Una stanza”, in collaborazione con Editamateria. E anche qui c’era un forte richiamo al sud. Il progetto rievocava una stanza, con i suoi elementi essenziali. Una credenza per conservare, un fratino per condividere, uno scrittoio per pensare, una branda per riposare, un dipinto per ricordare. Il legno protagonista indiscusso di questo ritorno alle origini. Entrare in questa stanza era un po’ come riaprire i cassetti dell’infanzia e trovare i nostri nonni immortalati in piccoli frammenti di vita quotidiana.
Le radici e le ali – il documentario
Antonio è uno di quei calabresi con la testa al nord e il cuore a sud, da incasellare nella Calabria produttiva, talentuosa, che ha fatto delle sue radici un punto di forza, di cui esserne orgogliosi. E queste sue radici sono il fulcro del documentario che presenterà il prossimo 8 aprile a Milano, in occasione della Design Week.
Le radici e le ali “si propone lo scopo di delineare la figura artistica di Antonio attraverso il racconto di storie decentrate apparentemente contrastanti e fondendo ermeticamente l’alto e il basso, il passato e il contemporaneo, l’espressione locale e quella internazionale” si legge nella presentazione.
Tre sono le fasi protagoniste del documentario: da un lato Reggio Calabria e la famiglia di Antonio, una famiglia numerosa e molto unita, che costituisce le radici più robuste; dall’altro il Salone del mobile e il mondo dell’artigianato, che rappresentano le ali, quelle ali che hanno fatto diventare Antonio Aricò un designer internazionale; in mezzo c’è l’industria creativa, quella dei grandi marchi con cui Antonio collabora da anni.
Tornando alle radici, c’è una figura che più delle altre ruota attorno alla vita di Antonio, una figura che è un po’ il fulcro del suo percorso: nonno Saverio, colui che Antonio definisce
“l’essenza stessa del fare e del saper fare, spogliata da ogni filosofia e da inutili preconcetti”.
In questo documentario c’è la poesia, il recupero delle tradizioni, un piccolo mondo antico e la creatività di grandi menti. C’è l’umiltà di Antonio e la grandezza dei suoi lavori. C’è la famiglia e la passione di chi nella vita ha sempre lavorato duramente, c’è il ritorno all’artigianalità e l’innovazione che parte dal fatto a mano. E c’è un sud dignitoso e virtuoso.
Per chi si trova a Milano l’appuntamento è lunedì 8 e venerdì 12 aprile 2019 alle ore 19:00 presso l’Arci Bellezza, Via Giovanni Bellezza 16/A.
*Tra gli oggetti e le collezioni più iconiche a sua firma figurano: l’innaffiatoio/teiera Swan disegnato per Seletti nel 2011, la Calabrisella Alessi per EXPO di Milano del 2015, il set da scrivania Still Alive disegnato per Seletti nel 2015, e l’ultima collezione realizzata in collaborazione con Editamateria e presentata nei tunnel di Stazione Centrale: una stanza. Aricò disegna e fa produrre i prestigiosi premi del Barilla World Pasta Championship rieditato in una versione speciale per il Bocuse d’Or, il Premio Piazza Mercanti, e The Design Prize, ovvero il premio per gli oscar internazionali del design.
Giornalista, esperta di marketing territoriale e digital strategist. Sembrano tante qualifiche, ma sono tutte racchiuse in una professione. In parole povere mi occupo di valorizzare aziende e territori. Lo faccio principalmente mettendo assieme strategia e parole. Hai bisogno di aiuto? LAVORA CON ME