Menhir Salento: identità salentina
Educational Tour Botrugno e dintorni –
Il giorno dopo il rientro dal viaggio è sempre un po’ malinconico. Succede quando vivi un’esperienza così totalizzante e immersiva come l’ultimo Educational Tour in Salento. Ti svegli e non sai bene dove ti trovi. Tornare alla quotidianità è alquanto faticoso, un po’ come quando riprendevi la scuola a settembre. Sono stata via solo cinque giorni, ma sono bastati per incidere nel cuore sensazioni indimenticabili. Provo a raccontarle in pensieri sparsi che in questo mio primo post portano il nome di Menhir Salento: “una famiglia numerosa sempre in viaggio”.
Questa famiglia, nata nel 2005 da un progetto di Gaetano Marangelli, affonda le sue radici a Minervino di Lecce. Nel cuore del Salento convive un trittico perfetto composto da Menhir Cantine & Vini, Anna Organic Farm e Origano Osteria & Store. Ho trascorso una giornata in questa realtà, scoprendo tante cose.
Tanto per cominciare il Salento non è solo lu sole, lu mare e lu jentu e non perché il sole io in cinque giorni non l’ho visto per nulla (pare sia capitata nella settimana più piovosa dell’anno), ma semplicemente perché è molto di più. È un abbraccio di quelli che ti stritolano fino a non farti respirare, tavole imbandite con i prodotti che regala ogni giorno la terra, porte sempre aperte e mani tese. È pioggia scrosciante per giorni interi, ritmi lenti e attesa che la natura faccia il suo corso.
Menhir Salento – Cantine e Vini
In Salento ho imparato a mangiare i ceci e le fave, ho scoperto che ci sono un’infinità di connessioni con la Calabria: nella lingua, nei modi di dire, di mangiare, di cucinare. Ed ho bevuto vino, tanto vino. Di quello buono, che la mattina dopo non ti svegli col mal di testa. Ho bevuto tra i più buoni rosati del pianeta ed ho visto quanta fatica ci vuole per produrlo. Ché io che sono calabrese e sempre in cerca di tradizioni antiche, ho imparato cosa vuol dire tramandare i saperi e i sapori della propria terra. E quando scopro aziende e persone virtuose al sud, torno a sperare. L’azienda vinicola Menhir è una di queste aziende virtuose. A raccontarcela è Gianfranco Di Giuseppe: “i vigneti della cantina Menhir sono dislocati dalla Valle d’Itria in giù, nel centro sud del Salento. Merito di quest’azienda è quello di aver riportato la vigna a Minervino di Lecce, dove mancava da circa cinquant’anni.”
Inoltre, Menhir vinifica valorizzando il territorio, ovvero producendo solo vini autoctoni. Sono diciannove etichette di vini rossi, tra le quali due biologici certificati, quattro bianchi e due rosati. Ma Menhir Salento non è solo vini. È cucina autentica e bottega gourmet. Quella che troviamo da Origano Osteria & Store, dove veniamo accolti per un pranzo degustativo.
Menhir Salento – Origano Osteria
La nostra esperienza sensoriale inizia con un antipasto a base di crudo di gambero viola, melograno e carota di polignano, una tagliatella di seppia, salsa di mandorle, puntarelle e caffè. In abbinamento Novementi Rosato – Primitivo IGP Salento dal gusto fresco e persistente. È il primo vino rosato prodotto dall’azienda, pensato – appunto – da nove persone.
Proseguiamo con un risotto mantecato con sgombro affumicato, arancia candita, mugnuli e rosmarino. In abbinamento il bianco Menhir Verdeca Puglia IGP Salento, dal gusto agrumato. E mentre la temperatura sale, arriva un baccalà su una salsa a base di miele, limone e salicornia. In abbinamento il Pass-o Fiano Minutolo IGP Salento. Un vino bianco caldo e avvolgente con note di miele. Il sommelier commette l’ingenuità di poggiare la bottiglia di vino accanto a me. Il risultato è che mi perderò il saluto del sindaco di Uggiano per dedicarmi alla degustazione di questa delizia. Non per niente è uno dei vini più premiati dell’azienda.
Il resoconto della mia degustazione è visibile sulle stories in evidenza di Instagram.
Dal primo al dolce è un trionfo di sapori delicati, ma allo stesso tempo decisi, mai stucchevoli. Il merito di questo menù così ben strutturato è dello chef Alfredo De Luca, che dopo aver deliziato il nostro palato esce a presentarsi. E lo fa di fronte ad una Millefoglie chantilly, con cioccolato bianco e sorbetto di cachi sublime. In abbinamento il D’Alesio – Aleatico Passito IGP Puglia dall’aroma intenso.
La cucina di questo luogo ne rispecchia la sua identità: tradizionale e sincera, ma allo stesso tempo ricercata. “Nasce da esperienze di ieri e intuizioni di domani e restituisce piccoli piaceri fatti di note, profumi e colori.”
C’è un grande lavoro dietro e ci sono i prodotti del terzo anello mancante di questa azienda virtuosa: Anna Organic Farm.
Menhir Salento – Anna Organic Farm
In Salento ho conosciuto grandi lavoratori, come Gianfranco che parla dell’ azienda in cui lavora come se fosse propria, tanto è il senso di appartenenza, o come Alfredo che ci racconta i piatti che ha preparato partendo dal territorio. Di quegli uomini che si alzano la mattina quando il sole deve ancora sorgere, che conversano con le piante e che quando parlano di biologico, lo fanno per davvero. E nei loro occhi ci vedi la passione e l’amore per questa terra. Come quella che leggo negli occhi di Nicola, agrotecnico di Anna Organic Farm, a filosofia bio.
Anna è un progetto ambizioso e altamente rischioso, che punta al recupero e alla riqualificazione delle piante officinali e delle specie botaniche della macchia mediterranea. Il risultato è un modello di produzione agricola sostenibile che porta sulla nostra tavola vini autoctoni biologici, olio e ortaggi.
Tutte le mattine Nicola passeggia tra i 15 ettari di terreno piantumato ed inizia a spostare manualmente le piante meno robuste alla ricerca di macchie fungine ed infestazioni che possono poi ripercuotersi sul vigneto. È un lavoro certosino quello di Nicola, che richiede cura e attenzione ed è indispensabile per un’azienda che non si avvale della chimica.
A dargli una mano ci sono gli starter come la lavanda e lo zafferano, le prime piante che Nicola controlla ogni mattina: se sono sane loro, ci sono buone probabilità che lo sia anche il vigneto. Poi passa a controllare le singole viti. Grazie a questo lavoro nascono Filo, Vega, D’Alesio e la linea Pietra.
Passeggiando nel vigneto noto tre varietà diverse di lavanda, ortaggi e piante spontanee.
Scorgo un raggio di sole dopo tre giorni di pioggia continua e costante, mentre Nicola racconta di quest’antico che è diventato moderno, del suo ritorno alla terra e alle proprie radici, del bisogno di educare le persone. Perché dietro ogni vino ci sono storie lunghissime. Quella di Menhir è una bella storia e se volete conoscerla da vicino, siete invitati a scoprirla il 26 e il 27 maggio, quando si terrà Cantine Aperte.
Giornalista, esperta di marketing territoriale e digital strategist. Sembrano tante qualifiche, ma sono tutte racchiuse in una professione. In parole povere mi occupo di valorizzare aziende e territori. Lo faccio principalmente mettendo assieme strategia e parole. Hai bisogno di aiuto? LAVORA CON ME